Raffaele Gavarro

Guardare una città oggi

Bapha

Venezia rappresenta una situazione unica, nel nostro immaginario... è un non luogo antelitteram...

Luca Campigotto è stato l’unico a scegliere un’area esterna alla città vera e propria, lavorando a Marghera. L’atmosfera postindustriale, di metallo pesante e di ruggine corrosiva, è sublimata da una straordinaria resa della luce e naturalmente dei colori. Campigotto è riuscito nell’intento di trovare la bellezza nel luogo dove è meno prevedibile rintracciarla a Venezia. Le sue immagini rendono spazi altamente definiti, compressi nella saturazione dei colori e nella presenza metallica, fisica, del cielo che tiene navi, strutture e gru di carico portuale, inscatolate nell’immagine. Come dicevo, Campigotto è veneziano, evidentemente conosce atmosfere, punti di vista e luoghi che presuppongono una frequentazione di più generazioni di appartenenza a quei luoghi. Ma soprattutto il suo è istintivamente uno sguardo che parte dall’interno e apre porte su percezioni agli “esterni” sconosciute. In queste immagini è l’assimilazione tra i materiali degli elementi presenti, ad essere l’elemento significativo della venezianità da noi intuibile a posteriori. Il cielo, l’acqua, il metallo, la terra, le pietre, formano un’unità inedita. Come quando in certi momenti dell’anno l’acqua alta, il cielo che scende, le case affacciate sui canali che perdono fisicità, formano appunto uno stato materico indefinibile e unico. Venezia per Campigotto è questa, una città misteriosa, in uno stato di trasformazione lenta, soggetta alla corrosione degli elementi e del tempo. Il suo è uno sguardo lucido, di una malinconia che è obiettiva, priva di quel sentimentalismo che spesso inficia Venezia.

 

dal catalogo della mostra Lampi sull'acqua, 2006

copyright © 2013 Luca Campigotto

Luca Campigotto

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